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Babbel: le tradizioni più singolari sul Natale, Capodanno ed Epifania, del mondo

Babbel le tradizioni più singolari sul Natale, Capodanno ed Epifania, del mondo

Ogni paese del mondo, pur condividendo alcune somiglianze, celebra con rituali unici e tradizioni particolari il periodo delle festività e degli avvenimenti. Quelli che popolano la stagione invernale come, nello specifico, le tre giornate principali: il Natale, la vigilia di Capodanno e l’Epifania. Queste celebrazioni riflettono le tradizioni culturali, storiche e religiose proprie di ciascuna comunità, oltre a rappresentare anche una forma di espressione e socializzazione.

Per esplorare queste tradizioni, gli esperti linguistici di Babbel, l’ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue, hanno selezionato alcune delle usanze più originali ed interessanti legate a queste ricorrenze.

Le tradizioni di Natale, all’insegna di tronchi, animali parlanti e folletti malvagi 

Tra i giorni dell’anno più carichi di tradizioni ed usanze vi sono sicuramente, nel mondo occidentale, il 25 dicembre e i giorni che lo precedono: 

  • Kalikantzaros (καλικάντζαρος), Grecia e Cipro: Con questo termine dalla misteriosa origine si dentificano spiriti malevoli intrappolati nel centro della Terra che emergono per fare visita agli esseri umani nel periodo che va dal 25 dicembre al 6 gennaio. Secondo il folklore greco e cipriota, profondamente radicato nel Cristianesimo, questi malvagi folletti tagliano per tutto l’anno il tronco dell’albero che sorregge la Terra con lo scopo di far crollare il mondo. Tuttavia, durante il periodo di Natale, si dimenticano di questo compito e risalgono in superficie per creare scompiglio tra i mortali (al punto che nel tempo sono stati elaborati numerosi rimedi per proteggere la propria casa da questi spiriti come, per esempio, tenere accese le candele oppure appendere croci nere su finestre e porte). Una volta “cacciati” nel sottosuolo dalle benedizioni dei sacerdoti in occasione dell’Epifania, i kalikantzaroi scoprono che l’albero si è rigenerato e sono costretti a ricominciare il loro lavoro da capo in un ciclo infinito. 
  • Lille Julaften, Novergia: Il 23 dicembre, noto anche come “Piccola Vigilia di Natale”, è dedicato agli ultimi preparativi natalizi come la decorazione dell’albero, la preparazione di piatti tipici come il Lutefisk (un piatto a base di stoccafisso ed erbe) e il Pepperkakehus (la casetta di pan di zenzero). Curioso è che i norvegesi trascorrono questa serata guardando un tradizionale film prodotto nell’ex-Cecoslovacchia, “Tre nøtter til Askepott” (“Tre noci per Cenerentola”), trasmesso ogni anno dal ‘75 su NRK (la televisione nazionale norvegese) ed apprezzato per l’atmosfera fiabesca, la trama che mescola umorismo e romanticismo e l’evocativa colonna sonora.
  • Tió de Nadal, Spagna: Alla regione spagnola della Catalogna si attribuisce una delle tradizioni natalizie più stravaganti, quella del “tizzone di Natale”. Protagonista è un ceppo scavato (umanizzato con un viso sorridente, quattro gambe ed un cappello rosso) che viene “nutrito” dagli adulti con dolci e regali dal Giorno dell’Immacolata Concezione fino al 24 dicembre. Questi doni vengono coperti da una colorata coperta, simbolicamente utilizzata per tenere al caldo il Tio de Nadal. Alla vigilia di Natale, tutti i membri della famiglia lo colpiscono a turno, cantando una canzoncina tradizionale che invita il ceppo a spargere i dolci e i regali: con grande sorpresa dei più piccoli – all’oscuro del trucchetto della coperta – il ceppo esaudisce i loro desideri!
  • Jolabokaflod, Islanda: Letteralmente “alluvione/marea di libri di Natale”, è un rito islandese pressoché unico al mondo che riflette il profondo amore di questo Paese verso la letteratura ed affonda le sue radici nella Seconda Guerra Mondiale quando la carta era uno dei pochi beni non razionati. Alla vigilia di Natale l’usanza vuole che le persone si scambino in dono libri, spesso accompagnati da deliziose prelibatezze locali come cioccolato e birre artigianali. La notte più magica dell’anno si trasforma così in un momento intimo e speciale, trascorso con i propri cari tra letture e racconti. 
  • Opłatek, animali parlanti e stelle, Polonia: In Polonia, la cena della Vigilia di Natale non inizia fino a quando non appare la prima stella in cielo, un momento simbolico che richiama la stella di Betlemme un’impresa particolarmente difficile al giorno d’oggi a causa del proliferare di satelliti e dell’inquinamento luminoso. Non solo: prima di sedersi per cena, ciascuna persona riceve un “opłatek”, una cialda non lievitata di farina ed acqua decorata con un’immagine religiosa. Si è soliti spezzarla e poi condividere i pezzi con gli altri commensali, accompagnando il gesto con scambi di auguri. Tra le numerose curiosità legate a questa festività in Polonia, vi è una leggenda affascinante, anch’essa derivata dalla religione cristiana: si dice che gli animali acquisiscano il dono della parola il 24 dicembre; di conseguenza, i bambini ogni anno provano a comunicare con loro, sperando di udire qualche parola. 
  • Pattini, Venezuela: I venezuelani propongono un’abitudine molto green per la mattina di Natale: recarsi a messa con i pattini a rotelle. Nella capitale Caracas, le strade vengono addirittura chiuse al traffico per agevolare questo spostamento. Se questa tradizione non fosse già abbastanza singolare, la notte della Vigilia di Natale, prima di andare a dormire, i bambini legano una corda al proprio alluce, lasciando l’altra estremità penzolare fuori dalla finestra della loro camera: la mattina successiva, i “pattinatori” che passano di lì tirano delicatamente le corde che incontrano sul loro cammino come segno di buon augurio.
Babbel le tradizioni più singolari sul Natale, Capodanno ed Epifania, del mondo

Addio al 2024, tra valigie vuote e ferri di cavallo

Il Capodanno è un momento di transizione ricco di simbolismo e le tradizioni con cui i diversi paesi celebrano l’inizio del nuovo anno riflettono i desideri universali come felicità, fortuna e prosperità. Alcune pratiche accomunano più culture, come la condivisione di cibi simbolici le lenticchie in Italia, 12 chicchi d’uva in Spagna e in America Latina, oppure la scelta di intimo di un colore particolare come il rosso nel Belpaese e in Cina o il giallo in Venezuela.

  • First-footing, Scozia: qui la sera di San Silvestro è nota come “Hogmanay” ed una delle tradizioni più sentite di questa ricorrenza è quella del “first-footing”, con cui ci si riferisce alla prima persona che varca la soglia di casa dopo la mezzanotte. La consuetudine vuole che il “first-footer” debba essere un uomo dai capelli castani che non sia ancora entrato in casa prima di mezzanotte. ebbene oggi sia più comune che porti in dono dei biscotti o del whisky, in passato si regalava del carbone, simbolo di calore e felicità per l’anno a venire.
  • Maleta, Colombia: gli amanti dei viaggi apprezzeranno sicuramente l’usanza colombiana, comune anche in altri paesi dell’America Latina, di portare una valigia vuota in giro per casa o nel proprio quartiere a mezzanotte della sera di San Silvestro; l’obiettivo è quello di assicurarsi un nuovo anno ricco di viaggi, avventure e prosperità.
  • Tinanvalanta, Finlandia: un’antica tradizione finlandese, presente anche in altri paesi scandinavi e risalente al diciottesimo secolo, è quella di fondere dei piccoli ferri di cavallo di latta, usando un particolare cucchiaio, per poi buttarli nell’acqua fredda ed interpretare la forma assunta dal metallo per predire come sarà il nuovo anno: un’ancora potrebbe indicare stabilità, una macchina che si spenderanno molti soldi oppure uno squalo minacce e pericoli. Si tratta di un esempio di “molibdomanzia” (che deriva dalle parole greche “mόλυβδος” – “piombo” e “μαντεία”- “divinazione”), “tinanvalanta” in finlandese, ovvero una forma di divinazione svolta con la fusione del piombo in un liquido freddo. 
  • Home dels Nassos, Spagna: l’“Home dels Nassos” (traducibile come “l’uomo dei nasi”) è una figura del folklore catalano che ha tanti nasi quanti sono i giorni dell’anno; a partire dal 1° gennaio, quando ne ha 365, ne perde uno ogni giorno fino alla fine dell’anno. Quando, alla vigilia di Capodanno, i più piccoli vengono mandati a cercare l’“uomo dei nasi”, si aspettano di trovare una persona con centinaia di nasi quando, in realtà, essendo arrivati alla fine dell’anno qualunque passante potrebbe essere il misterioso personaggio. 
  • Hoppe ind i det nye år, Danimarca: una delle attività danesi più particolari volte a celebrare il Capodanno è il rituale scaramantico del “saltare nel nuovo anno” (“hoppe ind i det nye år”). Questa tradizione prevede che, allo scoccare della mezzanotte, le persone si posizionino in piedi su una sedia o su un divano e, al rintocco finale, saltino giù. Il salto rappresenta simbolicamente il passaggio verso l’anno che sta arrivando: un modo divertente per augurarsi fortuna e felicità.

Tra tradizioni e nostalgia: l’Epifania chiude il sipario sulle feste 

Numerose sono le tradizioni volte a celebrare la fine del periodo festivo e il ritorno alla vita quotidiana; nella maggior parte dei paesi diversi rituali “speciali” si concentrano proprio il 6 gennaio, giorno dell’Epifania che commemora anche l’arrivo dei Re Magi. 

  • Nollaig na mBan, Irlanda: in passato le donne irlandesi, dopo i lunghi preparativi delle festività natalizie, si concedevano una pausa dalle faccende domestiche il 6 gennaio, giornata nota come “Nollaig na mBan” (traducibile come “il Natale delle donne”) o “Little Christmas” (“Piccolo Natale”).  In questa occasione, si incontravano con le proprie amiche per un pranzo o un tè. Anche se oggi questa ricorrenza è solo simbolica, alcune continuano a celebrarla come una sorta di festa tutta al femminile.
  • Tjugondag Knut, Svezia: se in Italia è comune il proverbio “l’Epifania tutte le feste le porta via”, in Svezia la magia del Natale dura qualche giorno in più. Il 13 gennaio, 20 giorni dopo Natale, si celebra infatti il “Tjugondag Knut” (“Il giorno di San Knut”), che segna ufficialmente la fine del periodo festivo. Durante questa giornata si compie il “Julgransplundring” (“saccheggio dell’albero di Natale”) o il “Julgransskakning” (“scuotimento dell’albero di Natale”): oltre a rimuovere tutte le decorazioni natalizie, si balla e si canta intorno all’albero, mangiando poi tutti gli elementi commestibili con cui lo si era decorato, come bastoncini di zucchero, cioccolatini e caramelle.
  • Gallette des Rois, Francia: il 6 gennaio nel paese d’Oltralpe è conosciuto come “La Fête des Rois” (Festa dei Re) e commemora l’arrivo dei Re Magi a Betlemme. In questa occasione si usa mangiare la Galette des Rois, una torta tipica che varia leggermente tra Nord del paese, dove è una sfoglia ripiena di crema frangipane, e Sud, dove assume la forma di una brioche a forma di corona. In entrambe le versioni si nasconde una fava all’interno del dolce e chi la trova diventa il re o la regina della giornata. L’usanza di una torta con all’interno una piccola sorpresa accomuna diversi paesi: dal “Roscón de Reyes” (ciambella dei Re) in Spagna e America Latina alla “Dreikönigskuchen” (torta dei tre re) a forma di fiore in Svizzera – entrambe per il 6 gennaio – alla greca “vasilopita” (“torta di San Basilio”), che invece si mangia il primo gennaio in commemorazione del santo.
  • Los Reyes e l’erba per i cammelli, Porto Rico: per celebrare i Re Magi (“Los Reyes”), i bambini dell’isola di Porto Rico raccolgono dell’erba nei giorni che precedono il 6 gennaio e la conservano in una scatola sotto il letto insieme alla loro lettera di desideri. I Re Magi fanno visita solamente ai bambini che si sono comportati bene durante l’anno e che dormono profondamente al loro arrivo; silenziosamente lasciano i loro doni, mentre i loro cammelli si godono lo spuntino di erba preparato per loro. 
  • Sternsinger, Germania: una singolare ed antica tradizione tedesca, particolarmente diffusa nelle aree cattoliche del paese, vede protagonisti gli “Sternsinger” (“cantori della stella”), ovvero bambini che, vestiti da Re Magi e con un bastone decorato da una stella dorata, si spostano di casa in casa cantando e raccogliendo dolcetti o piccole somme di denaro. Nel tempo questa consuetudine si è trasformata sempre di più un’attività di beneficenza, dato che il ricavato raccolto dai cantori viene donato ai bambini più bisognosi del mondo.

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